Nostalgici pensieri pre-natalizi
Questo è un post che avrei dovuto scrivere il 19 dicembre, ma che ho rinviato, sopraffatta dalle emozioni.
19/12/2011
Certe volte la vita è veramente strana. Le apparenti coincidenze sembrano non accadere per caso, ma per farci riflettere o per ricordarci di qualcosa.
Così, capita che la morte di una stimata (anche se per me quasi sconosciuta) professoressa universitaria avvenga nello stesso giorno in cui, ben 12 anni fa, è mancato un mio meraviglioso, adorato professore. Casualità o strano scherzo del destino?
Io, che pure non sono credente, propendo per la seconda ipotesi. Mi hanno detto che questa professoressa era una persona fantastica... proprio come il mio prof, che mi ha voluto bene come un padre. Sono passati 12 anni eppure sembra ieri. A volte mi sembra perfino di sentirlo parlare, e se ieri sentivo una dolce e tenera nostalgia, oggi la nostalgia si è fatta triste.
Le lacrime non scendono, ma la morsa che mi attanaglia il cuore è forte. Inevitabilmente tutti, prima o poi, ci troviamo a fare i conti con il nostro percorso e con quello delle persone a noi care, e a volte ci rendiamo conto che certi ricordi fanno male, perché sappiamo che quelle persone con cui abbiamo condiviso un percorso non torneranno. Il dolore e la tristezza, sopiti dentro di noi, si risvegliano prepotentemente e ci costringono a una riflessione, a prenderci una pausa dalla frenesia quotidiana e a ritrovare la vera essenza della nostra anima.
La memoria non scorda, non cancella, ma conserva i ricordi affinché possiamo averne cura e trarne conforto nei momenti bui. I brividi che sentiamo quando quei ricordi affiorano servono a farci sentire vivi, a rammentarci che esistiamo, a non farci perdere di vista l'importanza delle persone care; ed è straordinario vedere come quei brividi e quelle emozioni permangano nonostante il trascorrere inesorabile del tempo, anche se a volte, sopraffatti dagli impegni quotidiani, non ce ne rendiamo conto oppure li ignoriamo.
Ma allo stesso tempo, sono lì per ricordarci quanto grandi siano i vuoti che sentiamo, sono l'unica cosa che ci resta se non abbiamo la possibilità di visitare la tomba della persona che abbiamo perduto, di avere con lei un ultimo contatto che non sia puramente spirituale.
19/12/2011
Certe volte la vita è veramente strana. Le apparenti coincidenze sembrano non accadere per caso, ma per farci riflettere o per ricordarci di qualcosa.
Così, capita che la morte di una stimata (anche se per me quasi sconosciuta) professoressa universitaria avvenga nello stesso giorno in cui, ben 12 anni fa, è mancato un mio meraviglioso, adorato professore. Casualità o strano scherzo del destino?
Io, che pure non sono credente, propendo per la seconda ipotesi. Mi hanno detto che questa professoressa era una persona fantastica... proprio come il mio prof, che mi ha voluto bene come un padre. Sono passati 12 anni eppure sembra ieri. A volte mi sembra perfino di sentirlo parlare, e se ieri sentivo una dolce e tenera nostalgia, oggi la nostalgia si è fatta triste.
Le lacrime non scendono, ma la morsa che mi attanaglia il cuore è forte. Inevitabilmente tutti, prima o poi, ci troviamo a fare i conti con il nostro percorso e con quello delle persone a noi care, e a volte ci rendiamo conto che certi ricordi fanno male, perché sappiamo che quelle persone con cui abbiamo condiviso un percorso non torneranno. Il dolore e la tristezza, sopiti dentro di noi, si risvegliano prepotentemente e ci costringono a una riflessione, a prenderci una pausa dalla frenesia quotidiana e a ritrovare la vera essenza della nostra anima.
La memoria non scorda, non cancella, ma conserva i ricordi affinché possiamo averne cura e trarne conforto nei momenti bui. I brividi che sentiamo quando quei ricordi affiorano servono a farci sentire vivi, a rammentarci che esistiamo, a non farci perdere di vista l'importanza delle persone care; ed è straordinario vedere come quei brividi e quelle emozioni permangano nonostante il trascorrere inesorabile del tempo, anche se a volte, sopraffatti dagli impegni quotidiani, non ce ne rendiamo conto oppure li ignoriamo.
Ma allo stesso tempo, sono lì per ricordarci quanto grandi siano i vuoti che sentiamo, sono l'unica cosa che ci resta se non abbiamo la possibilità di visitare la tomba della persona che abbiamo perduto, di avere con lei un ultimo contatto che non sia puramente spirituale.
Commenti
Riuscire a salutarli nel cuor nostro, sapendo di poterli "rivedere" nei nostri ricordi e sentirli vicini quando siamo tristi e li ricordiamo, è la sola consolazione che possiamo avere, custodendo la loro preziosa eredità: il loro affetto per noi, quanto ci hanno insegnato. E questo non è poco!
un abbraccio Renata